Pisello centogiorni

Tempo di lettura: 4 minuti

Nuova stagione, nuovo menù!

 

Qui al Bistrot, abbiniamo sempre al pescato del giorno ingredienti di stagione: rispettare la natura ed i suoi lenti ritmi non è solo questione di sostenibilità, ma anche il modo migliore per ottenere un piatto dai sapori intensi e genuini. E poi sbucciare i piselli o i fagioli freschi, respirarne il profumo, sentirne la consistenza delicata, è l’ingrediente speciale di ogni ricetta.

In cucina stiamo sperimentando nuove combinazioni, la primavera porta in tavola sapori delicati e colori vitaminici, come la dolcezza delle fragole ed il verde intenso del Pisello Centogiorni.

Nel nuovo menù, questa speciale varietà è protagonista del piatto Occhi di lupo con piselli, cacio e lupini.

Perchè lo abbiamo scelto

 

Un sapore delicatissimo che valorizza il pesce, oltre che un prodotto ricco di proprietà nutrizionali e con una storia molto affascinante.
Il pisello Centogiorni è così chiamato proprio perchè viene raccolto dopo 100 giorni, a partire da aprile. Una primizia che nasce qui, all’ombra del Vesuvio, ed era già in tavola ai tempi dei Greci e dei Romani.

 

Un ingrediente scomparso, che è tornato solo da alcuni anni

 

Il pisello centogiorni era quasi scomparso, perchè richiede tante cure ed una coltivazione manuale. Sopravvissuto solo negli orti familiari, e tramandato di generazione in generazione da appassionati coltivatori, è stato ripristinato solo nel 2018, grazie al presidio Slow Food che promuove il lavoro dei piccoli produttori e tutela le varietà a rischio estinzione. Viene coltivato in piccoli appezzamenti nei comuni vesuviani.

 

Come gustarlo?

 

Il pisello centogiorni richiede cotture brevi per non sciuparne la dolcezza ed è quindi un ottimo ingrediente salvacena. Oltre alla pasta, possiamo aggiungere i piselli ad una gustosa frittatina. Di questa varietà possiamo usare anche i baccelli: dopo averli lavati e lessati, basterà frullarli ed aggiungere sale, olio e parmigiano per gustare una profumatissima vellutata per accompagnare carne e pesce.

La principessa sul pisello (centogiorni)
Il pisello centogiorni ha origini antichissime e secondo alcuni il celebre scrittore Andersen scrisse la fiaba La principessa sul pisello dopo il suo soggiorno a Napoli, nel 1835. I piselli sono assenti nell’agricoltura danese ed il popolo di Danimarca non ha mai tramandato storie su principesse e legumi: secondo alcuni storici, quindi, l’ispirazione per la fiaba è nata proprio qui. Non è da escludere quindi che il pisello della fiaba fosse proprio un pisello centogiorni!

 

 

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Perchè lo abbiamo scelto

 

Un sapore delicatissimo che valorizza il pesce, oltre che un prodotto ricco di proprietà nutrizionali e con una storia molto affascinante.
Il pisello Centogiorni è così chiamato proprio perchè viene raccolto dopo 100 giorni, a partire da aprile. Una primizia che nasce qui, all’ombra del Vesuvio, ed era già in tavola ai tempi dei Greci e dei Romani.

 

Un ingrediente scomparso, che è tornato solo da alcuni anni

 

Il pisello centogiorni era quasi scomparso, perchè richiede tante cure ed una coltivazione manuale. Sopravvissuto solo negli orti familiari, e tramandato di generazione in generazione da appassionati coltivatori, è stato ripristinato solo nel 2018, grazie al presidio Slow Food che promuove il lavoro dei piccoli produttori e tutela le varietà a rischio estinzione. Viene coltivato in piccoli appezzamenti nei comuni vesuviani.

 

Come gustarlo?

 

Il pisello centogiorni richiede cotture brevi per non sciuparne la dolcezza ed è quindi un ottimo ingrediente salvacena. Oltre alla pasta, possiamo aggiungere i piselli ad una gustosa frittatina. Di questa varietà possiamo usare anche i baccelli: dopo averli lavati e lessati, basterà frullarli ed aggiungere sale, olio e parmigiano per gustare una profumatissima vellutata per accompagnare carne e pesce.

La principessa sul pisello (centogiorni)
Il pisello centogiorni ha origini antichissime e secondo alcuni il celebre scrittore Andersen scrisse la fiaba La principessa sul pisello dopo il suo soggiorno a Napoli, nel 1835. I piselli sono assenti nell’agricoltura danese ed il popolo di Danimarca non ha mai tramandato storie su principesse e legumi: secondo alcuni storici, quindi, l’ispirazione per la fiaba è nata proprio qui. Non è da escludere quindi che il pisello della fiaba fosse proprio un pisello centogiorni!

 

 

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